lunedì 5 settembre 2011

Caos FR2: l'assessore Lollobrigida si schiera con i pendolari: "le ferrovie risolvano i problemi facendo sacrifici su altri settori non a spese della gente"

Ci voleva un voce importante, che dimostrasse vicinanza alle persone che giornalmente salgono sui moderni vascelli di Caronte per andare al lavoro. Parliamo ancora di pendolari, di treni e di disagi accentuati all’incendio di luglio della stazione Tiburtina – incidente che con tutta probabilità farà slittare l’inaugurazione della nuova stazione a dicembre – per il quale alcune circostanze sono tuttora da chiarire.
La voce è quella di Francesco Lollobrigida, assessore alle Politiche della Mobilità e del Trasporto Pubblico Locale della Regione Lazio. L’incontro con Lollobrigida è stato occasione per fare chiarezza su certi punti di questa storia, sull’operato della Regione e su quello delle Ferrovie dello Stato: una posizione forte quella dell’assessore, posizione che senz’altro darà un po’ di speranza a chi l’ha persa sui vagoni della FR2. Perlomeno, c’è qualcuno che non li ha dimenticati.
Come spiega il prolungarsi dei tempi per il ritorno alla normalità del traffico verso la stazione Tiburtina?
L’incidente del 24 luglio è stato molto grave: i tempi di ripristino sono dunque fisiologici. L’azienda ci aveva comunicato di essere pronta in un mese, tuttavia ci hanno da poco comunicato che la situazione tornerà alla normalità non prima della metà di ottobre.
Di chi le responsabilità secondo lei?
Con le indagini ancora in corso e con le dinamiche ancora in parte da chiarire, non posso in nessun modo pronunciarmi. L’unica preoccupazione della Regione Lazio e del mio assessorato sono e saranno fino alla fine i pendolari.
E quindi che cosa sta facendo la Regione per i pendolari, principalmente per quelli della tratta FR2?
Fin dal giorno dell’incendio abbiamo creato una cabina di regia con Trenitalia, il comune di Roma e la Cotral, per sopperire all’emergenza. Un lavoro arduo ma che sta iniziando a dare i suoi frutti. Sulla tratta FR2 abbiamo una vertenza aperta con le Ferrovie: inaccettabile la decisione di voler smaltire il traffico utilizzando la fermata di Prenestina. Utilizzo il termine fermata e non quello di stazione non a casa: Prenestina non ha né la posizione né la ricettività per essere snodo di un flusso di persone così massiccio. E siamo solo ad inizio settembre, cosà potrà accadere tra un po’ ? Dal canto nostro noi abbiamo mandato ulteriori ispettori alla fermata per monitorare la situazione della fermata. Resta un problema delle Ferrovie, che devono risolvere anche facendo sacrifici, e non a spese della gente.
Come spiega la scelta di Prenestina?
Me la spiego molto bene. Per Trenitalia era l’opzione più facile da prendere: è molto più comodo ed economico lasciare tutto sulla stessa linea. Spiego meglio: un conto è far fermare un treno una stazione prima di quella finale, altro è sconvolgere l’intera tratta. Queste sono le esigenze dell’azienda, totalmente opposte da quelle dei pendolari. Tra l’altro c’è anche un rischio per l’azienda: se aumentano i tempi di percorrenza – e in questo modo aumentano sensibilmente – ogni utente potrà valutare l’opportunità di cambiare mezzo per andare a Roma. Un eventualità che non farebbe certo bene.
Quali risposte avete avuto dalle Ferrovie?
Intanto 25 treni su 83 sono stati spostati verso Termini, e non è cosa da poco. E poi la disponibilità delle aziende a trovare soluzioni. Quindi sono stati fatti passi avanti. Certamente con l’aumento della gente – tra qualche settimana – la situazione dovrà essere ritornata alla normalità, o comunque dovrà essere senz’altro migliore. Occorre andare incontro alle persone e alle loro esigenze. Se così non dovesse essere, faremo valere le nostre ragioni, anche a livello contrattuale: perché, allo stato dei fatti, il contratto tra le Ferrovie e la Regione non è davvero rispettato. Parole forti quelle di Lollobrigida, che si schiera apertamente con i  pendolari e mette le Ferrovie davanti alle loro responsabilità.

 La posizione della Regione è forte e netta: è un notevole passo avanti rispetto ad altre situazioni. Per i pendolari tuttavia si prospetta almeno un altro mese di patimenti, in cui la porta del treno sarà quella dell’Inferno. Lasciate ogni speranza voi che entrate. O che salite.
(Da RomaEst.it - di Yari Riccardi)

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